domenica 12 febbraio 2012


Seguo da lontano il dramma della Grecia, non ho strumenti per leggerne le vicende se non gli articoli di stampa che ne riferiscono. E' indubbio però che le responsabilità del disastro sono principalmente della classe politica e dirigente (l'attuale Primo Ministro è stato dirigente se non governatore della Banca di Grecia, possibile  non avesse niente da dire quando i conti pubblici vennero truccati dal governo di destra? ) ma che il prezzo - pesantissimo- per una gestione tanto fallimentare lo pagheranno i cittadini. Che ovviamente non sono affatto contenti nè convinti di dovere accettare sacrifici coì onerosi.  Altrettanto evidenti sono le responsabilità delle autorità europee e la miopia della Germania nella gestione di questa crisi. Eugenio Scalfari nell'editoriale di oggi fa un'ottima sintesi della situazione http://www.repubblica.it/politica/2012/02/12/news/scalfari_12_febbraio-29737119/?ref=HREC1-31

Quello che non sembra essere percepito dai vari commentatori è che la disperazione greca può aprire scenari imprevedibili non solo sul piano economico ma anche su quello politico. Intanto quando non si ha nulla da perdere tutto è possibile, anche una rivoluzione. E poi tra un paio di mesi ci saranno le elezioni politiche. Che siano i greci per primi ad abbandonare il new capitalism e imboccare una nuova strada?  O il futuro che attende il paese ellenico è solo una deriva balcanica come paventa Scalfari? Staremo a vedere, poichè anche nei momenti più bui il destino non è mai già scritto auguriamo ai cittadini greci di riuscire a ritrovare una strada per il futuro.

Intanto non si comprende il silenzio della sinistra italiana su quello che sta accadendo di là dell'Adriatico. Condivido  quanto scrive in proposito Sergio DiCoriModigliani http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/2012/02/la-tragedia-greca-incombe-sulleuropa.html 
e rimango anch'io in attesa di una presa di posizione al riguardo.